venerdì 25 novembre 2011

Los Angeles, 2019 a.C.

Di Blade Runner, ormai, si possono dire solo ovvietà: che è un capolavoro, che basterebbe da solo a giustificare tutta la carriera di Ridley Scott che, non pago, prima di BR (no, scritto così pare brutto) Blade Runner ha fatto giusto I duellanti e soprattutto Alien, prima di rimbambirsi e di far tornare a battere cuoricini portando sullo schermo quel buzzurro di Massimo "al mio segnale scatenate l'inferno" Decimo Meridio e, ancora, a tornare (forse) su Alien col prossimo Prometheus (che forse è un prequel di Alien, forse no, forse è nella stessa storyline, forse c'entra niente. Boh. Vaiassapere), che tratta temi tipo cosa vuol dire essere umani, l'inquinamento, la creazione di robot e quello che potrebbe significare, che ha finalmente portato a conoscenza di un vasto pubblico il nome di Philip Dick (morto prima che il film uscisse, sfiga maledetta).
Come dicevo, solo ovvietà. Ma un paio di cose le devo dire.
1) Possibile che nessuno si sia mai accorto che la pettinatura di Rachel sia la stessa del mio adorato Josuke Higashikata (Jojo della 4a serie?)
2) Deckard con quel cappotto è stiloso, fin qui tutti d'accordo. Ma che quella camicia sia inguardabile lo vogliamo ammettere?
3) Tramite il buon Dottor Manhattan ho appena scoperto una cosa da lacrimuccia: questo corto, intitolato XXIT, creato dalla Stargate Studios, azienda creatrice di effetti speciali. A vedere i primi secondi mi si è mozzato il fiato.

P.s.: nell'improbabile caso che qualcuno volesse andare più a fondo nella conoscenza di questo capolavoro della settima arte, questo libro è altamente consigliato.

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